Johannesburg, chiamata anche Joburg, è il capoluogo del Gauteng, la provincia più piccola, popolosa, ricca e industrializzata del Sudafrica. Con minor appeal di Cape Town e con la fama di città più pericolosa del paese, è la sua capitale finanziaria ed economica, sempre in fermento, con grattacieli, superstrade e luoghi d’interesse come Newtown, la zona culturale ricca di musei e locali. Una città dai mille volti con differenze inconciliabili, dove i sobborghi più eleganti di Sandton o Rosebank sono circondati da township povere e sovraffollate come Alexandra.
Arriviamo da Port Elisabeth in aereo e raggiungiamo in taxi (R350) il Melville Backpackers dove abbiamo prenotato una camera dall’aeroporto (R450 con bagno in comune, R550 con bagno privato). Melville è un quartiere rinomato per i ristoranti e i locali concentrati soprattutto lungo la famosa 7th Street, zona pedonale bohèmien raggiungibile a piedi dalla nostra guesthouse. Ma è lunedì e l’atmosfera animata dei giorni di festa, si fa desiderare.
Nella vicina Main Street, davanti al Cuppa Cafè che serve un’ottima colazione del mattino, passano i minibus-taxi, utilizzati per spostarsi in città dal 70% della popolazione, quasi esclusivamente di colore. Attenzione alla sicurezza: è il caso di informarsi con la gente del posto su quali minibus-taxi prendere perché non tutti sono sicuri, come non è sicuro camminare nel centro di Johannesburg dopo la chiusura di negozi e uffici o nei week end. I minibus-taxi non hanno fermate prestabilite e ci si aiuta con la gestualità per segnalare la destinazione. Pagare la corsa poi è tutto un programma: i soldi vengono passati di fila in fila e il viaggiatore seduto accanto all’autista ha il compito di raccoglierli e restituire il resto con la stessa modalità di passamano.
Un tempo fulcro di vita e divertimento, il centro di Johannesburg è stato abbandonato al degrado dagli anni ’90 quando le grandi imprese hanno trasferito le loro attività commerciali a Sandton. Oggi sta cambiando, vecchie case art dèco sono ristrutturate, opere d’arte arricchiscono le strade e sorgono nuovi uffici e nuovi palazzi residenziali. Le vie sono vivaci, piene di gente, bancarelle di ogni genere, profumo dei cibi venduti per strada, donne che intrecciano i capelli ribelli in incredibili acconciature.
Attraversiamo il Nelson Mandela Bridge, orgoglio della città inaugurato da Mandela stesso nel 2003, e raggiungiamo il capolinea in Bree Street. Camminiamo fino a Mary Fitzgerald Square punto di partenza della nostra passeggiata nel quartiere centrale di Newtown. In prossimità della famosa Jazz Walk of Fame, una specie di via hollywoodiana delle star che onora i più grandi musicisti jazz, sui marciapiedi sono allineate teste di legno ricavate da vagoni ferroviari in disuso, mentre nei grattacieli di vetro intorno a noi si riflette la vita della città. Cerchiamo riparo dal caldo torrido dell’asfalto nel Sab World of Beer, un percorso attraverso la storia della birra con degustazioni incluse e nella Turbine Hall, straordinaria costruzione oggi adibita a centro congressi, con ristoranti ed eventi.
Poco lontano si trova l’Africa Museum, ormai sprovvisto della sezione più importante che ripercorreva i processi tra il 1956 e 1961 e l’adiacente Market Theatre, conosciuto durante l’apartheid come il “teatro della lotta”, uno dei pochi luoghi dove negli anni ’80 neri e bianchi potevano mescolarsi senza distinzione.
Lasciamo Newtown per immergerci in un’atmosfera completamente diversa, a Sandton, il sofisticato quartiere noto come il “miglio quadrato più ricco d’Africa”. Abbiamo giusto il tempo per visitare la Nelson Mandela Square, uno dei luoghi più rinomati, circondato da esclusivi hotels e ristoranti, progettato come una piazza italiana nella quale troneggia la gigantesca statua di Mandela (solo il piede misura 1 metro); e l’adiacente Sandton City Shopping Center, con i suoi ben 295 negozi.
Se siete appassionati di antropologia e paleontologia non perdete il Cradle of Humankind, la “Culla dell’Umanità”, Patrimonio UNESCO, uno dei siti archeologici più importanti al mondo. E’ raggiungibile in giornata da Johannesburg, trovandosi a circa 50 km, per una visita ai due punti più noti: le Grotte di Sterkfontein e Lesedi Cultural Village.
Johannesburg è realmente la città meno afrikaner del Sud Africa, l’esempio più rappresentativo del cambiamento in atto dall’abolizione dell’apartheid con la nascita di una nuova classe media di neri sempre più numerosa.
Il viaggio continua… A Soweto, township simbolo della lotta all’apartheid ➔