Questo articolo è una tappa del viaggio di Thomas in Australia. Leggi l’itinerario completo qui »
L’arrivo a Melbourne dopo tre giorni sprofondati nell’abbraccio ammaliante della natura australiana, ci vede quasi come un gruppo di mandriani che per la prima volta nella loro vita scendono dall’altopiano dei verdi pascoli e si trovano di fronte lo spettacolo di una metropoli moderna.
Una lunga autostrada a tre corsie attraversa completamente la città; gli svincoli si susseguono rapidi e se non si fa attenzione si rischia di uscirne attraversando un monumentale ponte che funge da cavalcavia del centro urbano. Il primo colpo d’occhio è quello di una città in stile americano: grattacieli che trasudano società finanziarie (probabilmente) affiancati da palazzine di media altezza da casette e da chiese; un via vai di gente ai semafori, taxi e filobus, ma sorpresa delle sorprese tram quasi meneghini!
Si respira un’aria frizzante dinamica e giovanile, anche se un giro turistico per il centro – delimitato dal fiume Yarra e a sud, dai Fitzroy Gardens a est, da Victoria St. a nord e Spencer St. a ovest – non offre eccezionali strutture o monumenti storici. Più interessante invece è una visita allo zoo, una gita che non ci eravamo concessi a Sydney e che in qualche modo riporta le nostre menti al paesaggio e alla sensazione che subito si può cogliere nel momento in cui si esce da qualunque città Australia, ma riassunte in un elenco “recintato” degli animali più caratteristici.
Come soluzione per una notte consiglio vivamente il Greenhouse Backpackers, situato in pieno centro in 228 Flinders Lane, all’interno di una palazzina di sei piani sul cui tetto ci si può rilassare comodamente sulle sdraio di un giardino pensile, i cui bagni e le camerate sono pulitissime e dal prezzo contenuto – intorno ai € 20 addirittura il giorno prima di Capodanno. E infatti se vi capita di passare proprio in quel periodo potrebbe darsi che vige ancora la quanto mai intelligente tradizione del bbq offerto il day-after, cioè il primo gennaio! Mentre per il count-down di fine anno si può scegliere tra l’assistere nel quartiere di S. Kilda Beach ai fuochi di artificio sulla baia – ma attenzione perché vige la regola di non portare alcolici per strada nemmeno la notte di Capodanno, anche se basta attrezzarsi con una felpa o giacchetta… e via! – oppure scegliere uno tra i numerosi locali, easy o glamour a seconda dei gusti, che sono un po’ il cuore vibrante pulsante della città. Tra tutti il nostro preferito è stato il Cherry Bar, dove l’esperienza danzante-musicale e alcolica è giustamente riassunta dallo slogan di cui non ricordo la fonte: “happy mood music and funky people”.
Per il giorno prima di Capodanno un consiglio è un post cena tranquillo o cena stuzzicheria, al Queen Victoria Market, tra vini e formaggi campagnoli, wurstel e salsicciotti grigliati giusto a lato di prodotti ittici oceanici, fino al classico panino bacon&eggs molto british ma altrettanto gozzo.
Infine, per un day-after assolutamente relax ma altrettanto soddisfacente si può provare a cercare on-line se nei Royal Botanic Gardens – in assoluto i pùi bei giardini botanici d’Australia – organizzano una serata di open-air cinema, in cui sprofondarsi, volendo anche in infradito costume da bagno, su un divanetto gonfiabile sul prato all’inglese, in attesa che sullo schermo gonfiabile galleggiante (sul laghetto) venga proiettato un film d’essè. Per la cronaca, a noi è capitato Wolf’s Creek, giusto prima di ripartire in direzione deserto…
Il viaggio di Thomas in Australia continua lungo la Great Ocean Road »