Cammino di Santiago: che cos’è
Sono 750 chilometri (chilometro più, chilometro meno), per un mese di cammino e almeno una decina di chili persi. Da Roncisvalle in Francia, nei Pirenei, a Santiago in Spagna, Galizia. La Camminata per antonomasia, il mito del trekking: 34 tappe di una ventina di chilometri al giorno. Otto ore di cammino quotidiane. Un sentiero riconosciuto dall’UNESCO e finanziato dalla Comunità Europea, lungo il quale si ha la certezza di trovare una segnaletica curata e un letto a fine tappa. La più antica tra le Strade Culturali Pan-Europee. Tra altopiani, pianure assolate, colline, alture, valichi montani, villaggi medievali e rifugi sperduti nel nulla, per raggiungere il santuario di Santiago di Compostela e la tomba di Giacomo il Maggiore. Un’avventura fisica ed esistenziale unica. Da preparare però con cura.
Cammino di Santiago: mappa ed elenco tappe

[alert type=”link” dismiss=”no”]Roncesvalles – Zubiri – Pamplona – Puente la Reina – Estella – Los Arcos – Logroño – Nájera – Santo Domingo de la Calzada – Belorado – San Juan de Ortega – Burgos – Hontanas – Frómista – Carrión de los Condes – Calzadilla de la Cueza – Sahagún – Reliegos – León – Villadangos del Páramo – Astorga – Rabanal del Camino – Molinaseca – Villafranca del Bierzo – Cebreiro – Triascatela – Sarria – Portomarín – Palas del Rey – Arzúa – Rúa – Santiago di Compostela[/alert]
[alert type=”warning” dismiss=”no”]» Come arrivare al punto di partenza del Cammino? Il modo più rapido ed economico è raggiungere in volo Lourdes (voli a partire da 40 €), poi prendere il treno per Saint Jean Pied de Port e infine raggiungere a piedi la prima tappa del Cammino, Roncesvalles.[/alert]
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Il Cammino di Santiago: il perché e il per chi del viaggio
Piaccia o no, il Cammino di Santiago è innanzitutto un sentiero per pellegrini. Nasce nel medioevo come esperienza mistica: si va verso la tomba di San Giacomo che per la tradizione cristiana ha quasi lo stesso peso di San Pietro. L’ospitalità per secoli è stata gestita da istituzioni religiose, basandosi sui valori cristiani di accoglienza gratuita del prossimo. Poi, in epoca contemporanea, sono arrivati i fondi europei e l’ospitalità si è estesa anche a varie figure laiche e anche, attenzione, a furbetti che spacciano per rifugi vere e proprie stamberghe pulciose confidando sullo spirito di adattamento dei pellegrini più ingenui; ma fondamentalmente il Cammino è permeato di uno spirito religioso. Questo non significa che non sia aperto a chiunque: nessuno controlla nessuno – e poi le strade sono, da sempre, di tutti, no? Incontrerete viandanti dalle mille motivazioni: la fede, ma anche semplicemente il bisogno di fare un viaggio a buon mercato, la voglia di fare sport e/o amicizie nuove – persino quelli convinti di trovare il Graal o chissà quale segreto dei Templari. Però principalmente i rifugi sono foresterie di chiese e conventi, per cui se per caso siete soliti andare in giro con simboli satanici sulla maglietta, ecco, magari evitate; se invece condividete i valori ufficiali del moderno Camino (Rispetto e Tolleranza) vi troverete serenamente a vostro agio.

Il Cammino di Santiago: in pratica
Nel medioevo, al pellegrino bastavano un bastone, un mantello, una conchiglia simbolica e un buon paio di sandali. Oggi vi sarà utile la Credencial. È una sorta di patente del pellegrino. Vi serve per chiedere accoglienza agli ospizi gestiti da religiosi. Anche se, evangelicamente, nessuno viene lasciato fuori. La Credencial si può chiedere comodamente qui. A ogni tappa, vi appongono un timbro: oltre a essere un pittoresco ricordo, è un modo per ottenere uno sconto sul viaggio di ritorno in aereo da Santiago a Madrid. Informatevi in una delle (tante) agenzie di viaggio di Santiago.
Il Cammino di Santiago: quando farlo
Non in agosto. Tra i diari di vari pellegrini troverete suggerimenti su come sopravvivere al Cammino in agosto, ma il consiglio è: evitatelo. Oltre che il caldo micidiale, in Agosto trovate un affollamento inimmaginabile che vi costringe ad un’assurda gara a chi arriva prima alla fine della tappa giornaliera per essere sicuri di trovare un letto per la notte. La conseguenza è che si comincia a camminare all’alba e si arriva, senza fermarsi, nel primo pomeriggio, crollando esausti su una branda. Che senso ha? Anche luglio è da evitare, nelle ultime due settimane. Per il resto, ogni mese è buono. Tenete presente soltanto che molti rifugi sono aperti tutto l’anno – quelli gestiti da comunità religiose soprattutto – mentre altri fanno solo la bella stagione: potreste trovarvi senza un posto caldo a fine giornata. Comunque, meglio avere almeno otto ore di luce garantite.

Il Cammino di Santiago: costi e organizzazione
Dovete prepararvi come per una qualsiasi settimana di trekking per rifugi. Moltiplicando per quattro, cinque. Se non avete idea di quello a cui mi riferisco, ecco: lasciate perdere. Dovete essere fisicamente preparati. Non è un’impresa impossibile, ma la fatica è reale: le gambe e i piedi saranno sottoposti a un impegno costante per un mese intero. Piaghe e pustole sono sempre in agguato. Un po’ di allenamento dovete concedervelo, prima di partire. Se l’unica passeggiata che fate è quella da casa all’edicola giù all’angolo, non siete pronti. Ci sono molti tratti in piano, vero; ma i dislivelli non mancano e in almeno due tappe, all’inizio e alla fine, ci sono veri e propri valichi montani da superare. Non parliamo del K2, ma questa non è la passeggiata sul lungomare che si fa in vacanza col gelato in mano e le infradito ai piedi. A proposito: le scarpe (e le calze) saranno i vostri alleati più preziosi, per cui scegliete bene. L’altro amico fondamentale è lo zaino: occhio alla schiena. Per il resto, un sacco a pelo e il solito materassino vi garantiranno di stendervi dovunque anche nei momenti più difficili; ma tenete presente che proprio per la presenza quasi capillare di rifugi e ospizi, non dovete organizzarvi come per una spedizione nel deserto. Il bastone, oltre che un attributo classico del pellegrino, da almeno un millennio, è essenziale per scaricare il 25% del lavoro delle ginocchia, non dimenticatelo. I costi sono bassissimi. L’ospitalità, quando è gestita da religiosi, si accontenta di un’offerta libera; negli altri casi non chiede più di una decina di euro a notte. Se chiede di più, vi sta imbrogliando. Anche per i pasti vale la stessa regola, attorno ai 5 €.
Internet: il pellegrino moderno si può preparare, spiritualmente e non, studiando la pletora di siti dedicati al Camino. Ma se partite con quello della Confraternita di San Jacopo siete già a metà strada.