Tra Arkansas e Tennessee: itinerario sulle orme di Johnny Cash

indosso il nero per i poveri ed i perdenti, che vivono senza speranza tra la gente che soffre la fame

Johnny Cash

Per raccontare le vicende e la musica di Johnny Cash non basta una vita, ma per chi lo conosce attraverso le sue canzoni e la sua storia sa che rimarrà il più autentico Man in Black nel mito di quell’America amara e lontana dai riflettori, vera musa della sua arte. Anche i suoi abiti esprimevano un chiaro messaggio proprio della sua poetica.

La sua musica racconta questo spaccato di esistenze, dal secondo dopoguerra in poi, prima traendo forza dalle radici country per passare poi al rock, vivendone ogni stagione dagli anni 50’ ai ’70. Senza dimenticare il blues, il gospel e un’appassionata incursione indie negli anni ’90, o le cover (Hurt dei Nine Inch Nails tra le altre) che lo hanno fatto riscoprire anche alle nuove generazioni. La sua esistenza è stata un continuo gioco d’equilibrismo tra peccato e salvezza, destreggiandosi in una vita piena di contraddizioni e pressioni, tra anfetamine e tour massacranti, nel tentativo di rigare dritto come cantava nella sua I walk the line. Dietro l’aria burbera da uomo duro Cash celava una psicologia molto complessa e fragile, dovuta alla fama che lo mise a dura prova. A dieci anni dalla scomparsa di questo indimenticabile artista, vogliamo ricordarlo con un itinerario in 10 tappe tra Arkansas e Tennessee, ripercorrendo alcuni luoghi della sua storia, che è poi la storia che racconta 50 anni di America.

L’itinerario musicale

Prima tappa. Il mito della musica nasce in Arkansas a Kingsland, Cliveland County, nel febbraio del 1932. Qui una targa, a commemorazione dei suoi natali, lo omaggia definendolo “celebre per la musica country e religiosa”. È un sito meta dei fan super accaniti, visto che nient’altro, in questo piccolo centro dove passò solo i primi tre anni di vita, gli rende onore.

Seconda tappa. Proseguendo verso nord-est, a un’ora d’auto da Memphis, c’è una cittadina chiamata Dyess: un cartello ve la segnalerà come luogo d’adolescenza di Johnny Cash. È qui che la famiglia di Johnny si trasferisce nel 1935, seguendo la strategia del New Deal di Roosvelt per aggrapparsi ad alcuni acri di terra dove poter coltivare il cotone. Avvicinandosi alla casa dove visse (4791 Country Road 924), sembra di entrare in quadro di Edward Hopper: spazi ampi scanditi dai pali della luce e tanto cielo incorniciano una piccola abitazione bianca con portico e tetto verde. Stava per marcire, ma grazie ad uno sforzo comune il progetto di  restauro è portato avanti tramite fondi stanziati dalla famiglia e da enti locali. Ora è un salto nel tempo nel periodo della Depressione e nell’infanzia del cantante: duro lavoro, nessuno stimolo ed un tragico lutto che lo segnerà per sempre. Quello per il fratello maggiore Jack.

Terza tappa. A Dyess, la cittadinanza gli ha dedicato anche una strada, la Johnny Cash Highway che interseca la Gene Williams. Inizia a un paio di km a sud del paese.

Sun studio, Memphis
Foto di Daniel Hartwig (CC)

Quarta tappa. Spostandosi a Memphis, puntiamo subito alla Sun Records (706 Union Ave, Memphis, TN 38103), dove Cash ebbe la sua prima audizione e dove cantò il 4 dicembre 1957, per puro caso, in quello che divenne il leggendario Million Dollar Quartet con Elvis Priesley, Jerry Lee Lewis e Carl Perkins. Negli anni ’50 questa casa discografica era un vero e proprio tempio della musica, oggi è ancora un sito storico in parte adibito a museo con cimeli e merchandising. Memphis fu un luogo decisivo per Cash, che negli anni del sodalizio con la Sun registrerà pezzi intramontabili, come l’indimenticabile Folsom Prison Blues.

Quinta tappa. Già che siamo a Memphis, è d’obbligo un giro al Rock and Soul Museum (191 Beale Street): alcuni dei dettagli sugli inizi della carriera alla Sun Records del Man in Black li trovate qui.

Sesta tappa. Dopo la tappa di Memphis, ci si sposta in Tennessee, alla volta di Nashville. Se di musei bisogna andare a caccia, questo è Il Museo. Piccolo, qualcuno potrà pensare, ma curatissimo e unicamente dedicato a Johnny Cash, inaugurato finalmente a fine maggio 2013. Il Johnny Cash Museum (119 Third Avenue South, aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00) vanta la più grande collezione di cimeli appartenuti al cantante, tra chitarre, dischi, abiti di scena e altri memorabilia che narrano l’itinerario professionale e umano dell’artista. I filmati, le foto e la selezione musicale accompagnano questo imperdibile viaggio nell’universo Cash, da visitare anche per chi non conosce la sua musica. Da qui potrebbe iniziare un amore.

Settima tappa. Quando l’Uomo in Nero morì, nel settembre del 2003, tre artisti di Nashville, vollero dedicargli un tributo con un murales degno di nota: più di 40 metri per 3,5 metri d’altezza, ovviamente in bianco e nero. In dieci anni, tra intemperie e turisti che come souvenir staccavano pezzi di intonaco, è andato in rovina. I tre intrepidi graffittari non ci hanno pensato più di tanto, e armati di bombolette e stancil hanno ridato vita alla leggenda. Oggi potete ammirare quest’opera di street art sullo stesso muro di 10 anni fa, al 300 della 4th Avenue South, incrocio con Molloy Street.

Ottava tappa. Sempre a Nashville nel 1956, Cash vide per la prima volta il suo grande amore, June Carter.  Si trovava al Grand Ole Opry, lo spettacolo di punta degli amanti della country music. Nel backstage del Ryman Auditorium (116 Fifth Avenue North), dove fino al 1974 si tenne il prestigioso concorso, i loro occhi si incrociarono, come testimoniato anche nella sezione “Johnny & June al Ryman”durante la visita all’interno del teatro. Poi guardate cosa c’è in programma per la serata: se siete fortunati qualche gruppo potrebbe rendere omaggio al mito.

Nona tappa. Ad una 20 di chilometri da Nashville, la cittadina di Hendersonville è una tappa obbligata: qui al 200 di Claudill Drive, si trovava la suggestiva casa sul lago Old Hickory dove Johnny e June vissero per quasi 35 anni, fino alla morte. Qui Johnny scrisse gran parte delle sue canzoni e creò più che una casa un piccolo universo culturale dove artisti di fama mondiale condividevano filosofia e musica con la famiglia Cash. Dopo la scomparsa, il leader dei Bee Gees, Barry Gibb, acquistò la dimora per godere della spiritualità e dell’atmosfera che vi regnavano. Nel 2007 un incendio mandò in fumo i suoi piani di ristrutturazione e come accade in questi casi, una vena mistica aleggia intorno all’accaduto: forse nessun altro doveva abitare quel luogo magico. Ma la suggestione ancora c’è. Aspettiamo futuri possibili sviluppi.

Decima tappa. L’ultima tappa è all’Hendersonville Memory Garden (353 East Main Street) dove posare un fiore sulle lapidi di Johnny Cash e June Carter Cash. Sulla tomba del Man in Black il salmo recita così: “Siano grate al tuo cospetto le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore, o Signore, mia forza e mio redentore!”. Noi, certamente, saremo sempre grati per la sua musica.

Eventi: a Jonesboro da un paio di anni, si tiene il Johnny Cash Music Festival, i cui proventi vengono destinati alla ristrutturazione della casa di Cash a Dyess per trasformarla in un museo.

Da vedere: Walk the line (Quando l’amore brucia l’anima) con un immenso Joaquin Phoenix nel ruolo di Johnny Cash.

Da leggere: l’andata e ritorno nell’oscurità di un uomo, la sua vita, la sua musica. Johnny Cash. L’autobiografia, Dalai editore 2012.

Destinazione: