Il Cammino di Santiago, da Puente la Reyna a Estella

Questo articolo è la quinta tappa del viaggio di Dimitri lungo il Cammino di Santiago. Leggi l’itinerario completo qui »

Siamo al quinto giorno del nostro pellegrinaggio. Lasciamo Puente la Reyna per raggiungere Estella: sono 22 km. in salita. Appena usciti da Puente, superata la strada nazionale e il quartiere di Zubiurrita, dove ha sede l’antico convento di monache Comendadoras del Espíritu Santo (e relativo ospizio), si apre davanti a voi l’amena Valle di Mañeru, tutta vigneti e panorami stupendi. Mañeru è quel paese che vedete alla fine di quella ripida salita ed è esattamente lì che vi sta portando il Camino.

Sarete quindi probabilmente tentati di approfittare del servizio a pagamento che offrono alcuni hospitaleros di qui: vi spediscono lo zaino all’ufficio postale di Santiago o dove volete voi, così potete viaggiare leggeri. Non fatevi sentire dai puristi del Camino: potrebbero additarvi come dei traditori di un presunto “vero spirito” di Santiago. La questione è dibattuta tra i pellegrini: ci sono falchi e colombe. Per i primi El Camino si fa tutto, con zaino e bastone, dall’inizio. Gli altri invece fanno notare che “il pellegrinaggio” non deve essere necessariamente un’esperienza punitiva: se la penitenza poteva essere una delle ragioni del viaggio nel medioevo, oggi non ha senso escludere la possibilità di viaggiare e magari divertirsi, senza dover per forza morire di fatica.

In realtà, la questione è mal posta. Semplicemente, se vi siete organizzati bene, lo zaino non dovrebbe essere un peso insopportabile – dovrebbe portare l’essenziale e, per definizione, dell’essenziale non ci si separa, in cammino. Ricordatevi il principio secondo cui questa è come una settimana di trekking moltiplicata per quattro: quale trekker la affronterebbe senza zaino? La soluzione non è mai togliere lo zaino, ma togliere il superfluo dallo zaino.

Riprendiamo il viaggio e raggiungiamo sudando e inveendo, chi più chi meno, prima Mañeru (450m) e poi Cirauqui (490m): è un vero viaggio nel medioevo, tra vestigia templari, chiese romaniche, arcate a sesto acuto. Sotto una di queste, in particolare, a Cirauqui, troverete un divertente servizio self-service “timbrati-la-Credenziale”: aggiungete il sigillo alla collezione e uscite dalle mura del paese, imboccando l’antica strada romana.

Questo è uno dei pezzi forti del Cammino: passate davvero sull’antica strada romana, una delle meglio preservate – per chi è appassionato del genere è un godimento indimenticabile, per tutti gli altri il godimento è assicurato dal panorama.

Si passano due ponti (romani) e due fiumi, il Dorrondoa e il Salado. Quest’ultimo è chiamato così proprio perché è salato ed è famoso fin dal XII secolo: lo cita l’antenato di tutte le guide del Cammino, il Codex Calixtinus, che si raccomanda di non abbeverarsi al rio. Seguite il consiglio e per bere aspettate di arrivare nei prossimi paesi, dove troverete ottime fontane.

Il Cammino di Santiago, da Puente la Reyna a Estella
(c) yXeLLe ~@rtBrut~

Si risale verso Lorca, incrociando ogni tanto un’autostrada, per toccare Villatuerta e scendere di nuovo verso il ponte (romanico, manco a dirlo) sull’Iranzu.

Qui fate attenzione: non chiedete perché, ma si deve attraversare una strada statale, la NA-132, e non ci sono i sottopassaggi che avete incontrato e usato finora. Un cippo funebre ricorda mestamente una pellegrina canadese che finì travolta da un’auto. Forse un sottopassaggio in più avrebbe assicurato un cippo funebre in meno – non si capisce perché non si sia ancora fatto niente per aumentare la sicurezza in questo punto.

Occhio, dunque, e per il resto seguite il corso del fiume Ega che vi porterà fino a Estella, al vostro meritato riposo.

Sarebbe bello arrivare a Estella a fine Maggio, quando in paese arriva El Baile de la Era, festival di danze tradizionali, con relativo seguito di allegria e festeggiamenti; invece attenzione al primo sabato di Agosto, quando si tiene la Festa di San Firmino, modellata su quella più famosa di Pamplona, con tanto di poveri tori infuriati in giro per la città (la fine è nota).

Il Cammino di Santiago: Estella
(c) salgo1960

In realtà l’ideale sarebbe ritagliarvi del tempo per girare in paese: il Palazzo dei Re di Navarra, ad esempio, è un raro esempio di palazzo romanico, con tanto di capitello raffigurante il prode Rolando mentre combatte col gigante Ferraù; la vicina Chiesa di San Pedro de la Rua, parimenti, è uno scrigno di delizie romaniche, con scene bibliche e mostri vari scolpiti tra i vari capitelli – nella Cappella di Sant’Andrea troverete persino la vostra brava reliquia medievale, la clavicola del suddetto. E concludete col Giudizio Finale del portale della Chiesa di San Michele per perdervi tra capre demoniache e scimmie musicanti. Uscendo per rimettersi in cammino, poi, c’è l’altrettanto immaginifica Chiesa del Santo Sepolcro, con Crocifissioni, Ultime Cene e codazzo di mostri, chimere, Santi intrepidi e poveri mortali – ma questo, domani.

Per la notte scegliete tra questi ospizi, con serenità: l ’Albergue municipale è grande e ben gestito, con 116 posti letto a castello, in Calle de la Rua, tel. 948.550200, 6 € per dormire, 4 € per la colazione, aperto tutto l’anno – posto serio, affidabile e pulito; l’Albergue gestito dall’ANFAS di Estella, C/ Cordeleros 7, tel. 639 011 688 – ottimo; l’Albergue della Parrocchia di San Miguel, in Calle Mercado Viejo, 18, tel. 615 451 909 (Albergue), 948 55 04 31 (Parrocchia) – piccolo ma ben tenuto; Albergue Juvenil Oncineda, in C/ Monasterio de Irache, 11, che è un ostello della gioventù, propriamente, ma va benissimo anche per i pellegrini visti i prezzi bassissimi a cui trovate un posto letto e una colazione.

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