“Giunto al finire della mia vita di peccatore (…) trattenuto ormai col mio corpo greve e malato in questa cella del caro monastero di Melk, mi accingo a lasciare su questo vello testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui in gioventù mi accadde di assistere”.
Adso da Melk, novizio benedettino discepolo di frate Guglielmo da Baskerville, nati entrambi dalla penna di Umberto Eco, scrisse qui, alla fine del XIV secolo, le sue memorie. Il nome della rosa, celebre romanzo trentennale (1980) che non necessita di troppe presentazioni, gravita attorno a questo luogo mitico e al tempo stesso reale, l’abbazia di Melk, costruzione barocca che domina l’omonima città austriaca e un tratto del Danubio.
A 86 Km a ovest di Vienna, Melk è inserita in una splendido paesaggio fluviale, tra i più mirabili d’Europa, la Wachau, nella Bassa Austria (è Patrimonio Unesco dal 2000), una delle tante valli che il Danubio incontra lungo il suo viaggio attraverso l’Europa orientale. Un paesaggio non solo naturale, fatto di vigneti terrazzati e alberi di albicocca, ma anche culturale, costellato di pievi, castelli, borghi rinascimentali e antichi monasteri.
L’abbazia di Melk (Stift), anch’essa Unesco, è uno degli edifici barocchi più incantevoli d’Austria, tinta di giallo ocra e rosso porpora e immersa in una verde boscaglia (il giallo della facciata, in precedenza tinta di rosa, è un “recente” omaggio al castello di Schonbrunn). A renderla ancor più maestosa, la sua posizione, al di sopra di uno sperone roccioso con vista sulla valle e sui tetti rinascimentali della città.
Come arrivare a Melk. Potete raggiungere con un volo low cost l’aeroporto di Linz (108 km) o quello di Vienna (111 km). Da qui potete noleggiare un auto o optare per i mezzi pubblici (autobus o battelli). Ricordate inoltre che per Melk passa la pista ciclabile del Danubio, un itinerario che conduce lungo 1.200 km, da Donaueschingen in Germania fino a Budapest in Ungheria.
Il complesso monastico nasce come fortezza-residenza dei Babenberg nel X secolo per essere poi convertito in monastero benedettino nel 1089. Da allora i monaci di San Benedetto non l’hanno più lasciato dando vita ad un raro esempio di monastero attivo fin dalla fondazione, nel nome della regola del santo ispiratore. Al motto di ora et labora, i monaci l’hanno occupato per 9 secoli facendolo diventare un importante centro spirituale (attualmente ad esso fanno capo 23 parrocchie). Passando per periodi bui, incendi, distruzioni e successivi restauri, ma anche momenti di splendore e illustri ospiti – primo fra tutti Napoleone che vi soggiornò per due volte durante la campagna d’Austria – l’abbazia si mostra oggi ben diversa dalle origini (decisivo il restauro in stile barocco del XVIII secolo). Pur mantenendo il fascino dei vecchi tempi e conservandosi maestosa in ogni singola unità.

Ricca di affreschi, sculture e arti decorative, l’ex fortezza si articola in più stanze e rappresenta un polo culturale rinomato in tutta Europa. Sede di una scuola già nel XII secolo, ospita il famoso liceo classico Stift Gymnasium che conta oltre 900 alunni, compresi i ragazzi delle medie – anche queste all’interno dell’abbazia – che si dedicano nel corso degli studi ad apprezzate rappresentazioni teatrali e musicali.
Orari, costi e pernottamento: l’abbazia è visitabile da maggio a settembre dalle 9:00 alle 17:30 (accesso fine alle 17:00), in aprile e ottobre dalle 9:00 alle 16:30 (accesso fine alle 16:00), negli altri mesi, visite guidate solo su prenotazione. Il costo standard è di 10 € a testa, 12 con guida. Consigliamo di pernottare al Wohnung in Melk, un appartamento a 10 minuti a piedi dall’abbazia, o al Madar Café Restaurant zum Fürsten, una soluzione piacevole ed economica nel centro pedonale di Melk.
La preziosa biblioteca, presente fin dal Medioevo, conserva il sapere dell’abbazia in tomi di inestimabile valore. Oltre a migliaia di volumi (circa 85 mila e oltre 2 mila tra manoscritti datati tra 900 e 1400 e testi del Sette e Ottocento), conserva arredi e decorazioni di alto valore, come il soffitto dipinto a tema sacro dall’artista secentesco Paul Troger. Nella biblioteca anche un antico mappamondo del XVII secolo che rappresenta un mondo noto, all’epoca, solo in parte.
Altrettanto scenografiche le 11 sale imperiali attualmente destinate a museo. E’ qui che il visitatore apprende la storia e il ruolo dell’abbazia nelle vicende austriache del passato, attraverso storiche reliquie, tra cui la croce di Melk realizzata, secondo tradizione, con un frammento della vera croce di Cristo. Mirabili sono anche i dipinti della sala di marmo da cui si torna alla biblioteca attraverso una panoramica terrazza semicircolare e i quadri barocchi disposti lungo un’elegante galleria nel salone della prelatura. Imperdibile la scala a chiocciola che sale vorticosamente dando al visitatore che osserva dal basso un inevitabile senso di vertigine. E poi il nucleo sacro, la chiesa abbaziale con i campanili gemelli e la cupola centrale. Un tripudio di stucchi dorati, ricche decorazioni, logge sfarzosamente adornate, elementi che conferiscono al tutto un aspetto decisamente pomposo, quasi teatrale (non è un caso che alla realizzazione della chiesa abbia partecipato lo scenografo italiano Antonio Beduzzi). Completa la scena un grande organo visibile, senza varcare la soglia della chiesa, dal cortile dei prelati che ospita un’imponente fontana di inizio Ottocento.

Tra gli spazi esterni, il parco dalle piante sempre verdi e fiorite e il padiglione barocco addobbato con elementi esotici. Qui oggi si trova un caffè self service che insieme a un ristorante di cucina nazionale rappresenta un apprezzato punto di ristoro per gli ospiti del luogo. E infine le campane, quella della Trinità, di San Benedetto e dei Sette dolori, per citarne alcune, ognuna con una sua specifica funzione e tutte con quel suono armonioso e potente che conferisce all’abbazia un aspetto ancor più solenne.