Questo articolo fa parte del viaggio di Davide in Israele e Palestina. Leggi l’itinerario completo qui »
Betlemme è il luogo in Palestina più semplice da raggiungere per un viaggiatore. La presenza della Basilica della Natività, che ricorda dove nacque Gesù Cristo, ha reso questo paese centro di un incessante pellegrinaggio e meta turistica per eccellenza. L’altissimo numero di persone che si recano qui ogni anno ha portato lo stato di Israele, di solito non tenero nei controlli per attraversare il muro (anche se il trattamento riservato ai viaggiatori è molto più gentile rispetto a quello riservato ai palestinesi), ad abbassare il livello della guardia.
Non ci farebbero una gran figura i militari israeliani, infatti, a perquisire severamente i milioni di pellegrini e certamente si creerebbero dei problemi di ordine pubblico. Spesso molti turisti possono dire di essere stati nei Territori Occupati per essersi recati a Betlemme.
Non aspettatevi però di trovare qualche casupola e la mangiatoia: Betlemme è diventata negli anni una città trafficata e brulicante di stranieri e strutture per ospitarli. Ma questa terra non è meta solo per religiosi: infatti città vecchia e bazar meritano di essere visitate.
C’è una motivazione storica in più per visitare Betlemme: dopo la guerra del 1948 molti palestinesi, cacciati dalle loro terre, si sono rifugiati intorno alla città. Sono così nati campi profughi come Aida, Deisheh e Al-Azzah, che tratteremo in dettaglio nel prossimo articolo.
Da oltre 1700 anni (in particolare dal 313 d.C anno in cui Costantino con l’Editto di Milano permise ai cristiani di uscire dalla clandestinità) Betlemme è meta di pellegrinaggio religioso.
Il motivo è presto detto: qui nasce Gesù più di 2000 anni fa, e a celebrarne la memoria c’è la Basilica della Natività, fatta costruire dallo stesso Costantino nel 326 d.C. La Basilica è patrimonio Unesco e merita una visita lunga e studiata: per chi volesse non perdere nulla c’è la possibilità di ingaggiare una delle tante guide che incontrerete fuori dalla chiesa (orezo intorno ai 50 Nis).
Il punto più suggestivo è la Grotta della Natività, luogo in cui si dice sia nato Gesù, illuminato da lanterne che creano un’atmosfera intima: sarà difficile però siate soli nella grotta, spesso per riuscire ad arrivarci dovrete pazientare e stare in fila anche per un’ora. Dipende dall’orario in cui vi recate.
All’interno della Grotta c’è la Cappella della Mangiatoia, dove è rappresentata in maniera suggestiva la Natività. Alla fine del vostro giro nella Basilica avrete ancora parecchie cose da vedere, tutte molto interessanti. Per questo il consiglio è non di fare un salto in giornata come fanno quasi tutti i turisti da Gerusalemme, ma di fermarvi e godervi un po’ di più la città, che ha tanto da regalare.
La nostra scelta a Betlemme: Dar Sitti Aziza, nove camere dotate di ogni confort con wi-fi gratuito ad appena 200 metri dalla Chiesa della Natività.
Oltre alla Basilica della Natività ci sono per esempio tutta una serie di Chiese da vedere. La Chiesa di Santa Caterina è accanto alla Natività ed è un edificio rosa molto ampio dove ogni Natale viene celebrata la Messa in diretta Mondiale; vicinissimo a Manger sq. potrete ammirare la Cappella della Grotta e del Latte, fatta di una roccia bianca che dicono abbia il potere di favorire la fertilità e l’allattamento.
Sempre all’interno della Città Vecchia troverete la Chiesa luterana del Natale e la Chiesa siriana ortodossa di Santa Maria. Ci sono anche altri centri di interesse religioso a Betlemme: di fronte alla Natività c’è la Moschea di Omar, l’unica nella città vecchia di Betlemme e vicino al check point che permette di entrare in città potete visitare la Tomba di Rachele, moglie di Giacobbe, che morì in viaggio verso Hebron, come raccontato dalla Bibbia.
La triste particolarità di questo luogo sacro per ebrei, cristiani e musulmani è di essere completamente circondato dal muro che permette l’ingresso solo dalla parte israeliana: qui c’è uno dei pezzi più impressionanti del muro, qui più che in altri luoghi è evidente come la striscia di cemento sia nato per dividere le persone e le loro storie.
Passando a scorci più allegri, dal lunedì al sabato (9-18) potrete farvi un giro per il suq della Città Vecchia: frutta, verdura, spezie, carne, pesce, succulenti spunti e oggetti di tutti i tipi vi divertiranno e non poco. Consigliato per “spezzare” un po’.
Ci sono poi altri luoghi che vi permetteranno di conoscere un po’ meglio la cultura palestinese: tra questi il Palestinian Heritage Center e l’Old Bethlehem Museum, dove per pochi spiccioli potrete fare un viaggio nei costumi tradizionali palestinesi e acquistare prodotti dell’Arab Women’s Union, che ha sede di sopra.
Proprio le donne dell’associazione gestiscono una piccola guesthouse a Beit Sahour (a 1,5 km dalla città vecchia): sfruttate questa possibilità e accaparratevi una delle camere moderne, pulite ed economiche per passare una notte (almeno) a Betlemme, sorseggiando tè dalla terrazza e godendo della tranquillità (sempre in bilico) di questo pezzo di Palestina.
Il viaggio di Davide in Israele e Palestina continua: leggi l’articolo sui campi profughi di Betlemme »