Cordova (Cordoba in spagnolo), nel cuore dell’Andalusia, sorge su un passato di impero romano e bizantino, visigoti, arabi, corona dei Cattolici di Spagna. Un susseguirsi di dominazioni, un mischiarsi di popoli, culture e religioni, che si riflette nelle testimonianze storico-artistiche e nell’atmosfera, nei colori, nei sapori e in molte architetture della città attuale.
A Cordoba spesso ci si ferma come tappa di un viaggio nel Sud della Spagna. Magari nel corso di una vacanza a Siviglia, la si visita in giornata, giungendo in treno dalla vicina capitale andalusa (o da Granada), attirati dalla più grande e ben conservata testimonianza araba in Europa, la Cattedrale-Moschea. Cordoba ha però molti altri preziosi monumenti ed è nel suo complesso una città bellissima da percorrere, perdendosi tra le bianche viuzze, i patìos e passeggiando lungo il fiume Guadalquivir.
Ore 10. Arrivando con il treno in mattinata, ci si può subito dirigere verso il centro storico (Patrimonio UNESCO dal 1994), prendendo uno dei bus al lato della stazione stessa oppure a piedi camminando per circa 15 minuti all’interno dei Giardini dell’Agricoltura, lungo Avenida de los Mozarabes. Sulla sinistra si scorgono le antiche mura, nelle quali si apre Puerta Almodovar, ingresso consigliato per trovarsi subito tra gli edifici più tipici della juderia, il vecchio quartiere ebraico. Capitarci in bassa stagione dà modo di apprezzarne la quiete e l’atmosfera sospesa nel tempo, passeggiando sul selciato tra il bianco acceso delle case, i balconi fioriti e il tipico cielo blu, illuminante e calda cornice. Da non mancare una visita raccolta alla piccola Sinagoga, splendidamente conservata. E’ però in primavera e verso l’estate che esplodono le fioriture che animano le pareti delle case e quindi il magnifico Callejon de las Flores, tripudio di vasi, piante e colori, luogo simbolo di Cordoba (ogni anno dal 1921 a maggio si celebra il Festival de Patìos).
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Ore 12. Poco lontano e già sullo sfondo, sorge la Catedral-Mezquita. L’ingresso (8 €) è dai giardini interni, che, come nell’originario patìo islamico, ospitano un mediterraneo aranceto. Antica basilica visigota di San Vincenzo, dal 785 moschea (divenuta la più importante di tutto l’Islam occidentale durante il califfato della città), dal 1236, con la “riconquista”, chiesa madre della diocesi di Cordoba, è oggi uno dei massimi esempi di sovrapposizione e quindi convivenza, nelle forme artistiche e celebrative sopravvissute al tempo, di islamismo e cristianesimo. Ma anche e soprattutto fortissima nevralgica presenza cattolica. La visita della Cattedrale non può che colpire per la maestosità, la bellezza, gli accostamenti: statue e icone cristiane si affiancano a forme e colori moreschi, altari ridondanti e cappelle votive introdotte dalle 856 colonne della moschea (una sorta di bosco) costruite con capitelli romani, greci, visigoti ed arabi, sulle quali poggiano arcate in mattoni e pietra bianca.

Ore 13. Uscendo dalla Cattedrale, ci si può incamminare verso la piazza de la Corredera; una decina di minuti lungo un percorso (Calle Encarnacion, Calle Armas) con diversi locali e localini da addocchiare per il pranzo. Plaza de la Corredera è la principale di Cordova, che subito ricorda – per forma rettangolare, colori e ristoranti – la Plaza Mayor di Madrid.
Ore 14. Come nelle altre località andaluse, non può mancare un pranzo a base di tapas, presenti nelle più diverse varietà, da quelle di carne o pesce, alle uova cucinate in mille modi, alle verdure. Da provare assolutamente, come entrata, il salmorejo – zuppa fredda e saporita – (oppure, specialmente con la calura estiva, il più noto gazpacho), e poi… tortilla di patate, huevos rotos con jamon, pisto de la casa (sorta di ratatouille) e ciò che più vi suggeriscono appetito e golosità. (Tapas bar nella zona: La cazuela de la Esparteria, La Flamenca).
Ore 15. Riprendendo il nostro giro, ritorniamo verso la Cattedrale; sul retro dell’edificio si apre una splendida vista: l’Arco di Trionfo (o Porta del Ponte) ricostruzione secentesca dell’antica porta romana che fa da passaggio verso il Guadalquivir, il ponte romano (I sec. d.C.) e, al di là di questo, la Torre de la Calahorra, fortezza islamica riadattata in epoca cristiana. Arrivati sull’altra riva del fiume, è magnifica la vista della città con la sagoma della Cattedrale, del centro storico e dell’Alcazar (foto d’apertura).
Ore 16. Ripercorrendo il ponte romano e voltando a sinistra, a poca distanza sorge l’Alcazar de los Reyes Cristianos, costruito nel XIV secolo da Alfonso XI sulle fondamenta di un antico palazzo arabo. La fortezza ospitò per oltre otto anni i re cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, durante la campagna militare contro il regno arabo di Granada. L’ingresso viene 4 € e permette la visita dell’edificio, compresi i torrioni dai quali ammirare la città, e dei floridi e ampli giardini, la parte sicuramente più gratificante, con percorsi tra splendidi agrumeti e fontane.
Ore 17. Uscendo dall’Alcazar, ci si incammina verso la stazione ripercorrendo i giardini dell’Agricoltura oppure, passando all’interno delle mura, si passa per il centro storico. Tenendo d’occhio l’orologio perché l’ultimo treno per Siviglia è alle ore 20, concludete la giornata in uno dei tanti localini che si incontrano tra vie e piazzette.
Orario di visita della Cattedrale-Moschea: da lunedì a sabato è continuato dalle 8:30 alle 18 d’inverno e fino alle 19:00 d’estate; di domenica l’ingresso è sospeso dalle 10:30 alle 14:00.
Dove dormire: consigliamo gli appartamentini in posizione strategica di Embrujo De Azahar e l’Hostal Azahar nel Quartiere Ebraico per il caratteristico stile andaluso.