Come disse una volta Daniel Agust, musicista e componente di uno dei più celebri gruppi islandesi, i Gus Gus, «Bisogna essere pazzi per vivere in un posto così». Reykjavik è estrema come la terra in cui si trova, ma la pazzia vera è non andarci almeno una volta nella vita. Maltrattata dagli elementi per buona parte dell’anno, nel mese di giugno l’effervescente capitale dell’Islanda raggiunge il suo picco di vitalità, quando il sole decide di baciarla per ventiquattro ore di fila. Parliamo del solstizio d’estate, il periodo anarchico della luce, conosciuto come Sumarsólstöður, dove l’astro più luminoso del nostro cielo regala a Reykjavik il giorno più lungo dell’anno. Per la precisione il 21 giugno.
Il periodo ideale per visitare la città va da giugno alla fine di agosto. Per godervi al massimo questi giorni magici, la scelta delle due ruote è ottima. Il territorio di Reykjavik è pianeggiante, adatto alle pedalate. Per il noleggio biciclette valutate la Borgarhjol situata nella Hverfisgata 50. I percorsi ciclabili che circondano il laghetto Tjörnin sono molto frequentati e vi regalano la vista dei principali edifici cittadini, tra cui il Municipio, l’Università e alcuni musei. Oltre all’incontro con gli habitué: con la bella stagione, orde di bambini, muniti di mollica di pane, fanno la felicità di cigni e papere che abitano le acque del lago.
Reykjavik ha un piccolo centro dove passeggiare tranquillamente e fermarsi a sorseggiare un caffè ammirando l’impareggiabile scenario di montagne e oceano. Visibile da ogni punto è il simbolo della città, la Chiesa di Hallgrimskjrkja, un enorme edificio bianco dal cui campanile si gode un panorama eccezionale. La città sprigiona fascino e incanto, con le case che sembrano costruite con i Lego, i tetti variopinti e le finestre che sembrano occhietti. Viverla con il sole alle due di notte, che ti ammicca basso all’orizzonte, è surreale e magico. Ricordate che l’equazione “sole per tutto il giorno” non dà come risultato maglietta a maniche corte: la giacca e il pile ve li dovete portare. Potete dedicarvi allo shopping nel centro città, nelle vie Laugavegur e Skolavörðustígur, per comprarvi una lopapeysa, il maglione di lana con disegno geometrico sul torace, usato dai pescatori nei tempi andati. Oggi è un capo irrinunciabile della moda islandese.
Se non riuscite ad assistere a un concerto o a uno spettacolo all’Harpa Concert and Conference, potete partire dalle cose più ovvie. Come è noto, un islandese doc comincia la giornata con un bagno in piscina: seguirne l’esempio è una mossa intelligente, soprattutto perché ci sono decine di vasche all’aperto con acqua calda naturale sui 29° fino a quella riscaldata che arriva a 44°. La struttura di Laugardalslaug (Sundlaugarveg 104) con acqua geotermica permette di approfittare anche di bagno turco e massaggi, per iniziare la giornata nel più completo relax. Non è la Blue Lagoon a Grindavik, ma potete star certi che non rimarrete delusi.
Visto che le ore di luce sono a vostro favore (dovrete annotarvi di andare a dormire) consigliamo di visitare alcuni musei come il Listasafn Íslands (la galleria nazionale islandese) e l’Hafnarhúsid nel porto della città. Imperdibile la futuristica cupola di Perlan di circa 26 metri d’altezza, costruita da Ingimundur Sveinsson sopra i serbatoi di stoccaggio dell’acqua geotermica impiegata per riscaldare la città. All’interno si trovano un Giardino d’Inverno, il Museo della Saga Islandese, sale concerti, ristoranti e aree con telescopi panoramici. Ideale per il pranzo il cocktail bar Perlan, che compie un giro su se stesso ogni due ore.
In questo periodo dell’anno, il fiore all’occhiello è la movida notturna per cui gli islandesi sono famosi. Il quartiere più vivace è il centro storico, nella via di Laugavegur e dintorni. Finito il tempo dello shopping e del caffè, i locali della zona propongono alcolici e balli divertenti. Numerosissimi i pub e i club dove durante i fine settimana si pratica il Rundtur, il giro delle birrerie che si protrae fino a tarda notte, se non fino al mattino. Famoso l’Islenski Barinn (Ingolfsstraeti 1a), mentre per chi cerca qualcosa di più accogliente consigliamo il Lounge Bar 101 (Hverfisgata 10). In molti bar si può cenare prima di scatenarsi per la serata o concedersi un aperitivo con stuzzichini, visto che vantano anche l’anima del bistrot, come nel caso del Solon (Bankastræti 7a).
Per chi invece vuole assaggiare i piatti tipici, il ristorante più famoso per la cucina tipica è il Laekjarbrekka (Bankastraeti 2). Ottimo l’agnello ai frutti di bosco, ma se siete sensibili non guardate nel piatto del vicino, in cui potrebbe esserci della balena. Se siete abbastanza Vichinghi e amate i luoghi pittoreschi, il Viking Village (Strandgötu 55) è quello che fa per voi: alla fine del pasto, servita tra arredi e costumi della tradizione, vi tocca la grappa Brennivín, detta “la morte nera”. Che ovviamente vi dovete scolare da un corno.
Quindi per il solstizio regalatevi una giornata tra relax, cultura e divertimento… senza dimenticare la cosa più suggestiva da fare a Reykjavík, che da sola vale il viaggio: guardare il sole di mezzanotte. Sedetevi da qualche parte nella zona del porto e aspettate la magia: guardate il sole sfiorare lentamente l’orizzonte per poi vederlo risalire subito dopo.
Da non perdere: il 17 giugno, a Reykjavik si festeggia il National Day, giorno dell’Indipendenza. Parate, arte di strada, musica e danze riempiono le vie della città, tempo permettendo.
Come arrivare: L’aeroporto di Reykjavik è il Leifur Eiriksson a Keflavìk, distante 48 chilometri dalla capitale. Dall’Italia non ci sono voli diretti per l’Islanda, ma si fa scalo ad Amsterdam, Stoccolma, Copenhagen o Londra, combinando per esempio le offerte di Easyjet, Wow Air e altre compagnie. Arrivati a destinazione il centro di Reykjavik si raggiunge in autobus con Flybus (+35 4580 5400) per 20 euro circa a/r.
Dove dormire. Captain Reykjavik Guesthouse Ránargata oppure Rey Apartments.