C’è una bella differenza tra viaggiare e andare in vacanza. Una differenza fatta di fatica, di scoperta e di soddisfazione, che probabilmente non c’è miglior modo di cogliere che viaggiando con il più antico dei mezzi di trasporto e nella più primitiva delle maniere: a piedi.
C’è un sentiero, in particolare, che mi sento di consigliare a chiunque abbia voglia di scordarsi il relax, la tranquillità e il riposo estivo e lanciarsi in un’esperienza che difficilmente ci si può dimenticare.
L’Alta via dell’Adamello o Sentiero N.1 è il principale tracciato di trekking del Parco Regionale dell’Adamello, e attraversa la metà settentrionale della provincia di Brescia, tagliando a metà il cuore delle montagne della Valcamonica e correndo rapido ai piedi del gruppo dell’Adamello, appunto, una delle più famose ed affascinanti montagne dell’arco alpino.
Alta via dell’Adamello: difficoltà. Si tratta di una via impegnativa, ma non pericolosa che collega tra loro tutti i principali rifugi camuni, attraverso alcuni dei passi e delle valli più incantevoli che vi possa capitare di visitare. Che la percorriate da nord a sud, o viceversa, l’Alta Via dell’Adamello è un viaggio in quota che richiede un minimo di preparazione atletica, molta voglia di spendere energie, occhi aperti per registrare gli splendidi paesaggi e ottimi compagni di viaggio con cui condividere il sudore, la fatica e la soddisfazione di raggiungere la meta. Difficoltà: E.
Alta via dell’Adamello: tempo percorrenza. Ci vogliono dai cinque ai sette giorni per completare le tappe, da rifugio a rifugio, fatte di dislivelli complessivi di circa mille metri e di un tempo di cammino quotidiano che varia dalle sei alle otto ore di gustoso sforzo dei polpacci e degli adduttori, di soste per rifocillarsi lungo il sentiero, di fermate ad ammirare i ghiacciai appena sopra le nostre teste, di incontri inattesi con la fauna del parco, dalle aquile che scrutano circospette noi invasori agli stambecchi che fuggono rapidi sulle vicinissime morene. Lo spettacolo è quello della natura d’alta quota, dei prati che cedono il passo al granito e alla nuda roccia, dei cieli limpidi delle vette, quando il tempo è clemente.
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Alta via dell’Adamello: attrezzatura necessaria. Il clima è capriccioso e soggetto a cambi repentini, un temporale può sorprendervi all’improvviso e mettere alla prova la tua previdenza nell’assicurarti di avere con te l’attrezzatura adatta, che comprende invariabilmente scarponi da trekking, abiti pesanti, mantella-poncho impermeabile.
Alta via dell’Adamello: punti di interesse. Dal Rifugio Tita Secchi in Val Fredda, comune di Bazena, alla Malga Stain di Edolo, sono troppi i luoghi meritevoli di uno sguardo attento e di contemplazione per elencarli tutti. In maniera molto soggettiva elenco i miei preferiti:
- lo spettacolo della Val Saviore, circa a metà strada, una delle vallate traverse camune che preferisco, e una delle più rigogliose e selvatiche;
- la vista dell’Adamello in tutta la sua imponenza proprio di fronte a noi dal Rifugio Garibaldi, il rifugio più grande ed importante della via, nella parte alta della Valcamonica;
- il lago di Aviolo, nei pressi del rifugio Sandro Occhi, incorniciato dalla verde piana dei pascoli d’alta quota e dalla vista dei nevai del ghiacciaio Baitone sullo sfondo: un vero angolo di paradiso che vi rapirà il cuore.
Il tutto condito dalla gentilezza e dalla professionalità dei rifugisti della Valcamonica, dalla possibilità di incontrare appassionati, curiosi, sportivi che percorrono il sentiero, dalla cucina dei monti bresciani, ancora più buona al palato dei camminatori stanchi, e dalla sensazione di essersi conquistati ogni fotografia, ogni sguardo sulle bellezze di una natura incontaminata che premia ad ogni passo.