La Milano liberty, il Lazzaretto e il Museo di Storia naturale

Milano è una città da scoprire: ogni suo quartiere ha un respiro un’architettura una storia radicalmente diverse. Partiamo da Piazzale Loreto, simbolo storico importante per Milano e per tutta l’Italia. A ridosso del più grande quartiere multiculturale della città – via Padova e viale Monza, destinazione di flussi migratori da inizio ‘900 e importantissimo laboratorio di convivenza – c’è la piazza dove nel 10 agosto del 1944 furono giustiziati dieci partigiani antifascisti e l’anno seguente fu esposto il corpo del duce, gesto che ancora oggi provoca grandi attriti e che all’epoca segnò la fine della guerra.

Oggi Loreto è diventato più che altro un importante snodo per il traffico cittadino, ma un passaggio è d’obbligo: sul lato tra via Doria e corso Buenos Aires troverete una stele commemorativa a ricordo dei dieci partigiani fucilati. Da Loreto potete proseguire lungo corso Buenos Aires, ormai divenuto una della mete privilegiate dello shopping milanese ed europeo ma non solo: difatti lungo il corso potrete osservare la sua architettura prevalentemente ottocentesca, opposta al grattacielo di via Ariberto di Piero Bottoni, – secondo i più, anche se alcuni ne contestano la paternità – un crogiolo di stili e visioni della città, la poesia dei palazzi agghindati opposti alla struttura polifunzionale dell’architetto, vicino al razionalismo internazionale.

 

Come in tutte le grandi città convivono e si specchiano quartieri popolari e quartieri più residenziali: così succede tra la parte occidentale e quella orientale di corso Buenos Aires. Mentre percorrete il corso tenete presente che siete a fianco dell’area che una volta era il lazzaretto (nella foto in alto), reso famoso da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni: una grandissima struttura purtroppo non conservata e travolta dalla speculazione edilizia, una delle piaghe che più hanno colpito la città nell’ultimo secolo. Le ultime cellette integre del lazzaretto si trovano in via San Gregorio, una traversa di corso Buenos Aires.

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Proseguendo oltre arriviamo a Porta Venezia e ai suoi giardini, realizzati a fine ‘800 secondo il gusto anglosassone. In precedenza chiamata porta orientale, Porta Venezia è una delle storiche porte di Milano: originariamente aveva funzione difensiva e vi venivano effettuati i controlli daziari. I suoi giardini da sempre sono al centro di assidui scambi e grandi eventi: a fine ‘800 diverse importanti esposizioni si svolsero qui, per questo fu più volte restaurato e allargato.

All’interno dei giardini troviamo due tra i più importanti musei della città: il Planetario Ulrico Hoepli progettato da Pietro Portaluppi nel 1929,  il Museo Civico di Storia Naturale progettato nel 1892, e Palazzo Dugnani, realizzato nel 1600 e di proprietà del Comune dalla fine del 1800.

Il planetario di Milano è una finestra aperta sull’affascinante mondo dell’astronomia, vero e proprio centro pubblico di istruzione, cultura e divertimento. Inaugurato nel 1930 e fondato dall’omonimo padre della casa editrice il planetario fu progettato in stile neoclassico e diede un impulso straordinario allo studio astronomico in città. Per farvi un’idea, dalla sua creazione sono passate più di cinque milioni di persone, è il più grande esistente in Italia e ogni anno vi fanno visita più di centomila persone. I milanesi difficilmente non ci hanno messo piede almeno una volta, e sono molto affezionati a questo piccolo spazio fuori dal mondo (come lo conosciamo).

Per finire questo breve – poco più di 2 km – ma frastagliato e intensissimo giro, passiamo a uno dei fiori all’occhiello dei musei milanesi: Il Museo di Storia Naturale. E’ il più antico museo civico milanese e uno dei più importanti musei naturalistici d’Europa, con oltre tre milioni di pezzi da esposizione. Concludete qui il vostro percorso e datevi del tempo per visitare con calma questo importante centro di ricerca e incredibile scrigno pieno di meraviglie tutte da esplorare.

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